Quattro racconti corti e uno lungo incentrati sulla complicata difficoltà delle relazioni sentimentali che partono da aspettative differenti.


QUESTO LIBRO

Cosa succede quando una relazione sentimentale risulta visibilmente sbilanciata?
Quando ci si trova ad amare senza riserve una persona che invece, di riserve, ne ha moltissime?
Nel 1998 mi ritrovai – per dirla con Facebook – in una “relazione complicata”, che durò alcuni mesi. Capita a tutti nella vita: sono cose che poi si superano e si scopre che sono state motivo di crescita visto che, per fortuna, alla stregua di certi reati anche i dolori sentimentali alla fine cadono in prescrizione.
Tutto ebbe inizio attraverso la posta elettronica a causa di una banale omonimia: se oggi questo può apparire scontato, all’epoca, a volerci credere, sarebbe potuto sembrare un segno del destino.
In quel periodo era appena uscito il mio primo libro Cronache da un mondo pop (una raccolta di racconti che un paio d’anni più tardi sarebbe stata ripubblicata dalla Baldini&Castoldi col titolo di Avanti Veloce) e mi sembrò terapeutico affrontare la fine di quella relazione – e il dolore che ne seguì – sublimandola nella scrittura di quello che nelle mie intenzioni avrebbe dovuto costituire il secondo libro. In realtà, per vari motivi, quel libro non si fece mai. Nei successivi quindici anni mi sono dedicato ad altro e così Aritmie Sentimentali è rimasto lì.
Qualche mese fa, per la prima volta dopo molto tempo, l’ho riletto trovandolo divertente (anche se alcune cose raccontate nel libro non sono per nulla divertenti, almeno per me, ma questo è un altro discorso).
Così ho deciso che era arrivato il momento di tirarlo fuori dal cassetto, che poi non sarebbe un cassetto ma un computer, vabbè.
Eccolo qua. Aritmie sentimentali: quattro racconti corti e uno lungo.

“In quel preciso istante compresi di trovarmi esattamente al centro d’un guado da cui potevo osservare, equidistanti, ora l’una ora l’altra sponda. Da un lato stava la possibilità di tirarmi indietro dignitosamente – partire l’indomani e mettere una pietra sopra questa storia – dall’altro l’incognita di lanciarmi verso il futuro facendo buon viso a cattiva sorte, vale a dire accettare il rischio e prodigarmi affinché lei cambiasse opinione. Tuttavia, benché si trovassero materialmente alla stessa distanza, delle due sponde una la vedevo prossima, quasi mancasse un nulla per raggiungerla, l’altra invece remota, come l’avessi abbandonata da lungo tempo. Così ascoltai il discorso di Marina annuendo vistosamente, con la stessa volontà d’intendere dei cagnolini di peluche che a volte si trovano sulle cappelliere delle automobili, poi iniziai a baciarla. E da quel momento tutto iniziò a precipitare. Perché l’amore, come diceva qualcuno, non solo rende ciechi ma anche disattenti.”

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