Una villa lussuosa, sei ospiti che si incontrano per la prima volta. Un’estate da trascorrere assieme, come in una danza felice, incalzante e finale. Il romanzo forse più coraggioso e irriverente di Alicia Giménez-Bartlett, una delicata lezione di libertà, una commedia letteraria e provocatoria, di dolce ed euforica malinconia.

Exit è una villa di campagna immersa nella natura. Un giardino lussureggiante, stanze e saloni arredati con gusto, quadri antichi, candelabri sul caminetto, lucenti cassettoni sui soffitti. Qui, nell’annuncio abbagliante della calura estiva, uno alla volta arrivano gli ospiti, accolti da due medici in camice bianco e dall’infermiera Matea, specializzata in psicologia.
Tutti insieme, gli ospiti, i medici e l’infermiera, condividono colazioni e banchetti, passeggiate, escursioni, chiacchiere e battibecchi.
Ma a cosa si stanno preparando, e perché hanno deciso di trascorrere in questo modo il loro tempo? Ciascuno, per motivi differenti, deve inventarsi una fine, un’uscita di emergenza. E ha scelto di farlo lì, nei giardini di Exit, l’unico luogo al mondo in cui si può salutare la vita con l’emozione e la meraviglia di un sensuale sogno estivo.

Sono tutti lì per avviarsi verso l’uscita. Cercando di non dargli troppo peso. Mantenendo la classe e il distacco con cui hanno vissuto. E senza alcun affanno. Perché Exit, clinica di altissimo livello per aspiranti suicidi, offre fino all’ultimo la possibilità di cambiare idea. E’ compreso nel contratto ma anche nella retta elevatissima che i degenti sono disposti a pagare per le loro ultime settimane di permanenza in questo luogo perfetto: in ogni momento del percorso, si può rinunciare a compiere l’ultimo atto. Una villa di campagna dove ogni dettaglio è curatissimo, l’ordine di ogni cosa perfetto, ogni sfumatura pensata anche nei suoi significati più reconditi. Nulla deve stimolare il pensiero della fine, nemmeno le varietà di fiori che generosamente addobbano ogni angolo della clinica.

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