Nel museo etrusco di Volterra l'archeologo Fabrizio Castellani É impegnato in
una ricerca sui tesori dell'antico popolo. Contemporaneamente viene coinvolto
in un'indagine su di una mostruosa creatura che sta seminando il panico nella
campagna circostante, che sembra legata al ritrovamento di un'ara etrusca
recante in epigrafe una maledizione. La maledizione si rivelerÁ legata al
mostruoso rituale del Phersu,l'uccisione da parte di una belva (chimaira,
appunto) di un condannato il cui corpo fu addirittura seppellito insieme
all'animale che poi morÍ dilaniando il cadavere dell'etrusco: la condanna
atroce era stata la conseguenza dell'abile mossa di un principe etrusco che,
dopo aver violentato la moglie del phersu, nel tentativo di non farla urlare
commette l'omicidio: il figlio assiste alla scena, tenta anch'egli di gridare
ma viene a sua volta colpito dal pugnale scagliato dal principe etrusco:
il phersu sente il grido soffocato del bambino, trova i cadaveri della moglie
e del figlio e afferra la spada insanguinata; il principe etrusco grida all'
omicidio e tutti i presenti accusano l'uomo dell'efferato delitto, punito poi
con quella pena atroce, il Phersu appunto. Il bambino sarÁ poi rappresentato
nella statua "L'Ombra della sera", conosciuta anche come il fanciullo di
Volterra: Fabrizio Castellani riesce cosÍ a spiegare la presenza di un grumo
di metallo all'interno della statua, ovvero la rappresentazione del pugnale
che aveva ucciso il fanciullo.
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